Cellulite: malattia o non malattia?

Le informazioni che leggerai successivamente ti daranno un accenno al “cos’è” la cellulite.

E’ doveroso che tu sappia alcune notizie di carattere scientifico e non, ma sappiamo bene tutti e due che la cosa che maggiormente ti interessa è come debellare la cellulite. Preciso che potrai trovare molte pubblicazioni effettuando una ricerca online, non è l’obiettivo del nostro blog. Il nostro punto di partenza e naturalmente quello di arrivo è farti raggiungere una consapevolezza ed aiutarti a raggiungere risultati che “prima” potevano essere impossibili attraverso una serie di consigli. Di seguito abbiamo estrapolato un sunto di nozioni che puoi trovare direttamente su Wikipedia o su qualsiasi sito che pubblichi contenuti seri.

Dai partiamo…

La cellulite è stata considerata un tipico caso di “mercificazione della malattia”. Già nel 1978 uno dei primi studi scientifici pubblicato aveva l’emblematico titolo: ”La cosiddetta cellulite: una malattia inventata”. Recentemente è stata definita da de Godoy ”la non-malattia più investigata”. L’alta incidenza (80-90%)nella popolazione femminile in età post puberale, oltre al fatto che al di là dell’inestetismo si presenta generalmente come asintomatica, la fanno considerare una normale condizione fisiologica.

Può essere invece considerata all’interno di un quadro patologico, notando che è una condizione normale per moltissime donne ma non per tutte e che nelle sue forme più gravi, si manifesta con noduli dolenti alla palpazione che fanno sospettare processi infiammatori. Inoltre è generalmente associata ad un eccessivo accumulo di tessuto adiposo sottocutaneo di cui non è chiara la relazione positiva o negativa con il rischio cardiovascolare.

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Sono state ipotizzate decine di cause diverse che la possono provocare:

  • disturbi del metabolismo,
  • disordini nutrizionali,
  • specifiche architetture sottocutanee,
  • alterazioni della struttura del tessuto connettivo,
  • fattori ormonali,
  • fattori genetici,
  • disturbi del sistema microcircolatorio,
  • alterazioni nel sistema linfatico,
  • alterazioni nella matrice extracellulare,
  • infiammazioni.

Tutte le principali ipotesi formulate sulle cause della cellulite, sono oggetto di controversia con argomenti pro e contro. Si è portati a pensare che la cellulite sia dovuta dalla combinazione di tutti i fattori discussi includendo: ormoni, genetica, microcircolo, tessuto adiposo.

Inoltre Vi sono molti fattori considerati aggravanti della cellulite come:

  • Vita sedentaria o dimagrimento eccessivamente rapido: il tessuto muscolare cede e quindi si aggrava la situazione visiva della cellulite. Per avere meno problemi di cellulite bisogna essere sempre in movimento, il moto infatti aiuta a mantenere efficiente muscolatura, circolazione e metabolismo aiutando a bruciare i grassi e a prevenire la stasi circolatoria.
  • Causa di un’alimentazione sbagliata, cioè troppo piena di calorie e di cibi ricchi di grassi e di sale, si forma un accumulo di adipe localizzato, ritenzione dei liquidi.
  • Postura sbagliata e con gambe accavallate, contribuisce ad aggravare la circolazione sanguigna e quindi la cellulite perché comprime i vasi.
  • Troppo tempo in piedi immobili causa una cattiva circolazione sanguigna, perché il sangue fa fatica a risalire dagli arti inferiori, con conseguente stasi circolatoria.
  • L’abbigliamento troppo stretto causa cattiva circolazione perché comprime i vasi.
  • Scarpe troppo strette o con tacco troppo alto, ostacolano il ritorno venoso e linfatico e impediscono il corretto funzionamento dell’importantissima “pompa venosa”.
  • Stress e fumo sono altri fattori che aggravano lo stato della cellulite perché: lo stress aumenta il livello degli ormoni dello stress e invece il fumo ha un’azione vasocostrittrice e aumenta i radicali liberi che peggiorano il microcircolo e aiutano ad accelerare l’invecchiamento cutaneo.
  • Essere in sovrappeso.

La cellulite si può manifestare a diversi stadi in diverse aree corporee anche nello stesso soggetto .

Viene normalmente classificata con la scala Nürnberger e Müller che la divide in 4 stadi:

  • 0 = assenza di segni di cellulite
  • 1 = la pelle affetta risulta liscia , ma compaiono segni di cellulite pinzando la pelle o contraendo i muscoli
  • 2 = le introflessioni della cellulite sono presenti e visibili anche senza sollecitare la pelle
  • 3 = presenza delle alterazioni dello stadio 2 in maggior numero e su un’area più estesa, accompagnate dalla presenza di noduli.

Sono state introdotte altre classificazioni dove la severità dell’inestetismo e delle alterazioni topografiche può essere misurata in densità, dimensioni, profondità oltre che considerando la lassità dei tessuti ed altri parametri fisiologici. Nell’ipotesi che considera la cellulite una pannicolopatia edemato-fibro-sclerotica, i diversi stadi rappresentano il percorso eziopatogenetico della cellulite, dove lo stadio edematoso precede gli stadi successivi considerati una evoluzione/degenerazione del fenomeno.

Viene così caratterizzata come:

  • Edematosa: Associata ad un edema cioè accumulo di liquidi , soprattutto intorno alle caviglie, ai polpacci, alle cosce e alle braccia.
  • Fibrosa: Associata a fibrosi, cioè con un aumento delle strutture trabecolari e dei setti di tessuto connettivo che ripartiscono in diversi lobi il tessuto adiposo sottocutaneo. È caratterizzata da piccoli noduli non percepibili al tatto se non come rugosità sottocutanea e dalla cute a buccia d’arancia.
  • Sclerotica: Dove forma una sclerosi, così un indurimento dei tessuti associati a noduli di grandi dimensioni e placche . Può essere molto dolente.

Diversi accorgimenti possono aiutare a prevenire la cellulite. Alcune attenzioni nell’alimentazione, un’attività fisica costante, l’uso di abiti confortevoli e non troppo stretti, scarpe con tacchi non eccessivamente alti e modificazioni della postura sono i rimedi più facili da attuare per prevenire questo fastidioso disturbo della pelle.

Possibili rimedi coadiuvanti

  • Attività fisica aerobica.
  • Astensione da alcool e fumo.
  • Evitare la stipsi cronica.
  • Correggere i difetti dell’appoggio plantare.
  • Non utilizzare scarpe con il tacco alto o scarpe da tennis per tempi prolungati.
  • Non utilizzare indumenti stretti che possano limitare il ritorno veno-linfatico.

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